Cos'è

Il Convitto rimane autonomo dalle scuole nella sua gestione ed organizzazione avendo anche un proprio programma annuale. I convittori rappresentano l’aspetto peculiare dell’intera struttura, essi rimangono in convitto dalla mattina del lunedì alla mattina del sabato e usufruiscono di tutti i servizi dalla mensa al servizio di guardaroba, dall’infermeria alla guida quotidiana e costante per tutta la durata della loro permanenza nella struttura convittuale del personale educativo.

La vita nel Convitto mira alla formazione integrale del giovane convittore, ne promuove la sua crescita culturale, lo stimola a partecipare attivamente alla vita della propria scuola, rendendolo protagonista di un continuo miglioramento della realtà nella quale vive. Lo sollecita a partecipare alla vita comunitaria e alle iniziative degli enti del territorio e della città (partecipazione ad attività culturali e formative, sportive, frequentazione di cinema e teatro, ecc.).

La vita comunitaria in convitto è l’aspetto centrale su cui si architetta l’azione educativa. La residenzialità aumenta la coesione tra studenti, offre l’opportunità di sperimentare il piacere di stare con propri pari ma mette in luce anche le difficoltà a gestire gli spazi da condividere. Tutto ciò permette di migliorarsi nella socializzazione e nella maturazione del senso di corresponsabilità.

Il ragazzo accolto in convitto in genere non ha ben chiaro che vivere lontano da casa, lasciare le proprie abitudini, i propri confort, trovare una giornata scansionata da determinati orari (sveglia, studio, mensa, etc.), convivere con altre persone, non è cosa facile e tutto questo inizialmente potrebbe generargli una situazione di insofferenza. Tuttavia, col tempo, il convittore si sente diverso, più sereno, e consapevole di una nuova maturità che lo sta rendendo autonomo. L’esperienza di molti anni evidenzia che spesso molti ex-convittori, a distanza di molto tempo, sono grati dell’esperienza fatta in convitto e ne parlano come di una delle esperienze più significative della propria vita.

Il ragazzo deve avere chiaro un principio fondamentale nella vita comunitaria: il rispetto per le persone, il che significa:

  • accettazione delle diversità individuali e apprezzamento per culture diverse dalla propria;
  • ripudio di ogni forma di violenza: fisica, verbale e morale;
  • disponibilità a risolvere i conflitti con il dialogo, anche con la mediazione dell’educatore;
  • delicatezza negli ambienti comunitari, nelle camere e nei corridoi, in modo da favorire la concentrazione nello studio ed una convivenza rispettosa delle diverse esigenze.

Ogni forma di sopraffazione è ritenuta particolarmente grave.

Tutto questo è ormai un traguardo a cui aspira la scuola in genere, cercando di puntare sui temi della cittadinanza attiva anche con il ritorno dell’educazione civica come disciplina da insegnare.

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